Tutto pronto per il Piano Nazionale per la riqualificazione dei piccoli Comuni con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n.167 del 19 luglio 2022 del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Ammontano a 160 milioni di euro le risorse accantonate per il bando di prossima uscita, in attuazione della legge 158 del 2017 sui piccoli Comuni, per dare corpo al Piano stilato dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili.
I 5800 Comuni italiani individuati con apposito decreto potranno presentare un singolo progetto, o singolarmente o in convenzione con altri piccoli Comuni. Potranno presentare domanda anche le Unioni di Comuni per interventi finalizzati a:
I progetti devono contenere esclusivamente interventi per i quali sia stata valutata almeno la fattibilità tecnica ed economica, mediante un progetto già perfezionato all’atto della domanda.
Il Piano assicura la priorità ai seguenti interventi:
a) qualificazione e manutenzione del territorio, mediante recupero e riqualificazione di immobili esistenti e di aree dismesse, nonché interventi volti alla riduzione del rischio idrogeologico;
b) messa in sicurezza e riqualificazione delle infrastrutture stradali e degli edifici pubblici, con particolare riferimento a quelli scolastici e a quelli destinati ai servizi per la prima infanzia, alle strutture pubbliche con funzioni socio-assistenziali e alle strutture di maggiore fruizione pubblica;
c) riqualificazione e accrescimento dell’efficienza energetica del patrimonio edilizio pubblico, nonché realizzazione di impianti di produzione e distribuzione di energia da fonti rinnovabili, nel rispetto della normativa in materia di tutela dei valori storico paesaggistici;
d) acquisizione e riqualificazione di terreni e di edifici in stato di abbandono o di degrado, ai sensi dell’art. 5 della legge 6 ottobre 2017, n. 158, anche al fine di sostenere l’imprenditoria giovanile per l’avvio di nuove attività turistiche e commerciali volte alla valorizzazione e alla promozione del territorio e dei suoi prodotti. In particolare, i piccoli comuni possono adottare misure volte all’acquisizione e alla riqualificazione di immobili al fine di contrastare l’abbandono: o di terreni, per prevenire le cause dei fenomeni di dissesto idrogeologico e la perdita di biodiversità e assicurare l’esecuzione delle operazioni di gestione sostenibile del bosco, anche di tipo naturalistico, nonché la bonifica dei terreni agricoli e forestali e la regimazione delle acque, compresi gli interventi di miglioramento naturalistico e ripristino ambientale; o di edifici in stato di abbandono o di degrado, anche allo scopo di prevenire crolli o comunque situazioni di pericolo;
e) acquisizione di case cantoniere e del sedime ferroviario dismesso per destinarle a presìdi di protezione civile e salvaguardia del territorio ovvero a sedi di promozione dei prodotti tipici locali o ad altre attività di interesse comunale. I piccoli comuni possono inoltre acquisire il sedime ferroviario dismesso e non recuperabile all’esercizio ferroviario, da utilizzare principalmente per la destinazione a piste ciclabili, in conformità agli strumenti di programmazione della rete ciclabile eventualmente previsti a livello nazionale e regionale.
f) recupero e riqualificazione urbana dei centri storici, anche ai fini della realizzazione di alberghi diffusi, con interventi di risanamento, conservazione e recupero del patrimonio edilizio da parte di soggetti privati; realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico; manutenzione straordinaria dei beni pubblici già esistenti da parte dell’ente locale e il riuso del patrimonio edilizio inutilizzato; miglioramento e adeguamento degli arredi e dei servizi urbani; consolidamento statico e antisismico degli edifici storici nonché riqualificazione energetica; realizzazione di infrastrutture e servizi adeguati; miglioramento del decoro urbano e dei servizi urbani quali l’apertura e gestione di siti di rilevanza storica, artistica e culturale.
g) salvaguardia e recupero dei beni culturali, storici, artistici e librari anche stipulando convenzioni con le diocesi della Chiesa cattolica e con le rappresentanze delle altre confessioni religiose che hanno concluso intese con lo Stato relativamente ai beni degli enti ecclesiastici o degli enti delle confessioni religiose civilmente riconosciuti.
h) recupero dei pascoli montani, anche al fine di favorire la produzione di carni e di formaggi di qualità.
I bandi verranno definiti entro il 17 ottobre 2022 e conterranno i termini di presentazione della domanda e dei criteri di selezione.
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